Descrizione
Coperte al telaio e a mano
Il prodotto di punta dell�artigianato locale è da sempre rappresentato dalle coperte al telaio e a mano. Questo particolare oggetto, che ancora oggi costituisce elemento prezioso di ogni corredo, ha una lunghissima tradizione. Le trame intessute, nella loro forma primordiale anche con la fibra tessile ricavata per macerazione dalla pianta di ginestra, oggi vengono lavorate con i più pregiati fili, riproducono disegni originali del posto che si rifanno ad una antichissima tradizione. I motivi, schematizzati a linee rette e punti, ritraggono scene, oppure oggetti della vita di ogni giorno e ciascun motivo dona il nome al campo che decora: abbiamo coperte tipo "la vigna" con disegni di grappoli d'uva, a volte beccati dagli uccelli; "riggiola", il disegno più antico che rappresenta motivi romboidali, il più bello per gli accostamenti cromatici cui si presta; "grasta", con vasi e fiori; "garofalu fioritu", con garofali. Agli orli delle coperte si riproducono rose, rombi o frutta varia, spesso arance. I colori non necessariamente riprendono quelli della frutta o dei fiori cui si riferiscono. Resiste, presso qualche tessitrice più anziana, la tradizione di tingere la lana con fibre vegetali e vetriolo. E così, Il telaio, insopprimibile arredo di ogni casa, rappresentava l�ulteriore strumento di lavoro delle nostre donne : mogli, madri, contadine e tessitrici. Anche la Regione Calabria ha riconosciuto la produzione originale e tipica che a Castelsilano viene ancora realizzata di questo prezioso manufatto
Oro
Castelsilano in questo campo ha sempre espresso maestri di altissimo livello. L'arte orafa � un'altra delle espressioni tipiche dell'artigianalit� castelsilanese. Molte famiglie "Brancati" "Guarascio" e "De Marco", infatti, si tramandavano l'arte di lavorare finemente l'oro. Il prodotto di punta � rappresentato dalla "Jennacca", collana composta da tanti piccoli grani. Questa collana, come da tradizione, viene tutt'oggi regalata dalla suocera alla nuora alla fine della cerimonia matrimoniale. Fino ad un certo periodo i gioielli costituivano parte integrante del costume tradizionale. Ogni gioiello �, infatti, ricco di indicazioni per tutte le funzioni che era chiamato ad assolvere, tra le quali quello ornamentale. Il motivo decorativo ha lo scopo di conferire bellezza ed eleganza e a fare comprendere il gusto di un popolo. E' per questo che i gioielli vengono considerati soprattutto documenti storici e testimoniano lo sviluppo della cultura popolare introducendoci direttamente verso l'universo femminile, attraverso quello che indicano, secondo le circostanze in cui vengono usati o regalati. "Sin dalla nascita con la foratura del lobo non solo veniva notificato il sesso delle bambine, quanto con il regalo degli orecchini si apriva un circuito economico diversificato e la donna sin dai primi anni di vita veniva associata all'oro, bene prezioso". I primi gioielli importanti venivano regalati alla donna in occasione della "vestizione ". Le ragazze da questo momento in poi erano pronte per diventare spose. Dal giorno del fidanzamento a quello della promessa di matrimonio la donna riceveva doni nei giorni di festa. Le venivano regalati in genere orecchini o un anello ('nzinga). Dopo la promessa di matrimonio si festeggiava il giorno dell' "appuntamento": la famiglia del fidanzato in questo giorno le faceva dono della "parata". In caso di lutto, l'unico oggetto d'oro che la donna continuava a portare era la "jennacca", simbolo del matrimonio, che toglieva solo in caso di morte del marito, per mettere "spilla" o "spillone" di pasta vitrea nera. I gioielli costituivano ornamento anche nel momento della morte. Prima di chiudere la bara, infatti, quando la defunta era ancora esposta allo sguardo degli altri le veniva mantenuta la "jennacca".
Mobili
Centro ancora oggi ricco di Maestri d�ascia, è, addirittura, ricordato insieme ad altri pochissimi centri calabresi, in uno studio elaborato da un Consorzio vicentino del Legno, per essere un centro famoso per l�intagliatura fin dal 1800.